25 ago 2021

L'immigrazione sta uccidendo la democrazia.

Il termine democrazia, ovvero governo del popolo, pare una battuta ironica, perché chi comanda, da sempre, è chi controlla l'economia di un Paese.
In democrazia però si può dire, non sempre e non tutto, ciò che si pensa, perché senza la libertà di pensiero e di critica non si ha sviluppo economico.
Le dittature, i sistemi tirannici, non aiutano allo sviluppo economico, scientifico, tecnologico.
Se io non posso liberamente pensare ed esprimermi, non posso neppure progettare, fare, costruire, agire, ma rimarrò bloccato nelle mie iniziative.
Però abbiamo il caso della Cina, regime totalitario che coppia la tecnologia occidentale e con il bassissimo costo della manodopera, fa una grande concorrenza all'Occidente libero.
Infine abbiamo i ricchi Paesi del Golfo, islamisti e totalitari, che sono un rifugio per i soldi sporchi e per l'evasione mondiale.
Queste realtà stanno mettendo in crisi l'Occidente, con le sue contraddizioni, così si gioca, da decenni, a importare manodopera da pagare sempre meno, per contrastare la concorrenza dell'estremo Oriente, per disarmare le lotte sociali della manodopera interna.
Si sono ottenute tante piccole realtà, nelle periferie, dove vige la legge islamica, dove le bande criminali fanno da padroni, preparandoci, anche da noi, al trionfo dei talebani ..... interni.
Le prospettive sono due ed entrambe pessime, la prima sta nella vittoria dei cari e graditi ospiti, con il burqa per le donne, la barba lunga, sino alla pancia per gli uomini, con bastonate e frustate per un paio di jeans indossati, per una caviglia nuda per le donne.
Oppure avremo un sistema oppressivo, di stile nazista, ma super tecnologico, con campi di lavoro e tanto orrore, che non descrivo, perché questo orrore potrebbe passare, per la prima volta nella storia, senza lasciare tracce e prove per i posteri, grazie alla tecnologia attuale e alla confusione sociale, al degrado delle periferie multietniche delle nostre periferie.
Infatti quello che capita, per esempio, nelle megalopoli del Sud del mondo non lo possiamo sapere, lì si nasce e si muore senza lasciare traccia, lì lo Stato è presente solo con alcune operazioni di contrasto al crimine, utilizzando i blindati e nulla più.
L'integrazione è una panzana, che ci raccontano, per farci illudere, non può esistere integrazione perché dovrebbe esistere un Occidente forte, unito e con la propria identità ben chiara, mentre oggi abbiamo solo una difesa
 ad oltranza di posizioni identitarie, contro culture, anzi sottoculture bastarde, che generano tanti giovani emarginati, che non si sentono né occidentali, né islamici, ma preferiscono rubare, aggredire, violentare.
Non credo che vinceranno i barbari, non siamo alla fine dell'impero romano, ma vincerà, prima o poi, una cultura disumana e feroce, rubando il futuro, per qualche decennio almeno, ai bambini di oggi.
Ci dobbiamo liberare dei parassiti accoglienti, colpendo i loro evidenti crimini, dei caporali, degli spacciatori, colpendo quei politici e quella stampa che favorisce tutto questo.
Potrebbe, a questo punto, servire una politica economica dura e liberista, che io odio da sempre, ma a male estremi estremi rimedi.
Ci libereremmo di un po' di parassiti economici, di idioti incapaci nel pubblico e nel privato, che sono la base sociale ed elettorale di questa sinistra smarrita e perduta nella realtà di un mondo che cambia.