La
politica liberista del governo pare in contrasto con le iniziative da
Stato che interviene nell’economia reale con incentivi e grandi
opere per rilanciare l’economia.
Il
rilancio dell’economia dovrebbe arrivare solo dalle eccellenze
produttive e dalla ricerca scientifica, applicata ai nuovi materiali
e alle nuove produzione, ma tutto questo non darà lavoro e purtroppo
quello del lavoro diventerà il dramma del futuro.
Una
bassa specializzazione, una bassa capacità tecnica, un basso livello
culturale darà solo disoccupazione e povertà, miseria, salari da
fame e disperazione.
Quindi
bisogna tagliare sulle grandi opere, limitandosi a migliorare ciò
che c’è, al mantenimento di ciò che c’è, favorendo scuola e
ricerca scientifica, valorizzando il turismo, l’ambiente e la
produzione di energia elettrica con nuove tecnologie rispettose
dell’ambiente.
Il
governo Monti invece rappresenta il vecchio che ritorna, con le sue
vetuste teorie economiche, da anni 50 e 60.