Il terrorismo ha la caratteristica di provocare sempre orrore, disappunto, o così dovrebbe essere.
C'è una forma di terrorismo che non ha questo effetto: gli atti contro Israele da sempre non spaventano nessuno.
Sembra una questione distante, una guerra che non ci riguarda: invece la morte violenta e ingiusta ci deve interessare.
Il bambino israeliano è come un nostro bambino, la ragazza, il vecchio, l'uomo qualsiasi, anche se ebrei, sono come noi.
Sono tutti morti in modo assurdo, colpiti a caso.
Certamente la questione palestinese è delicata, complessa: esiste un popolo che attende una sua patria.
Questo fatto non giustifica la rappresaglia sui civili, che fu una terribile abitudine dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Donne, vecchi e bambini non dovrebbero mai entrare in quel tragico gioco che è la guerra, anche se chi porta una divisa non è predestinato a morire in guerra, sarebbe meglio che i conflitti armati non esistessero.
Quando avvengono non arruoliamo tutti in questa terrificante giostra della morte.
Sarebbe giusto inorridire tutti, ma per gli israeliani qualcosa non funziona: i morti in quel Paese non contano.
La frase solita che si sente: -Io ho un amico ebreo e non sono antisemita, ma...-
Che strana è l'Italia: non ci sono razzisti, antisemiti, antidemocratici, ma......
Questa congiunzione è spesso usata: è bello notare che non ci sono più nemici del popolo di Israele, che nessuno possa simpatizzare per i genocidi, le persecuzioni.
I ghetti sono il frutto del passato ottuso e ignorante.
Non sarà certamente qualche ma a far tornare in superficie sentimenti inconfessabili.
Speriamo, speriamo sempre che costoro siano sinceri.