La violenza contro le donne è una caratteristica terrificante, che prosegue con una costanza inaudita.
Donne uccise da mariti gelosi, spesso solo prepotenti che considerano la loro compagna di vita una loro proprietà, un oggetto su cui sfogare le proprie frustrazioni.
E’ questa la terribile legge, non scritta, che prende piede oggi: il più forte alza la voce, anche le mani, utilizza il potere che si ritrova contro gli indifesi.
I vigliacchi apprendono velocemente questo principio in voga, che pare sempre più diffuso negli ultimi tempi: la crisi economica, le difficoltà nel mondo del lavoro finiscono spesso per essere sfogati, in malo modo, in famiglia.
Moglie e figli devono tacere e subire, ma soprattutto la consorte è la vittima d’arroganze: se non si comanda almeno Lei, per sentirsi qualcuno in casa, cosa resta da fare?
Sono proprio le casalinghe o le sotto occupate, le più indifese socialmente
ed economicamente, a pagare il più alto costo di violenze subite, specialmente se non possiedono gli strumenti culturali per vincere i pregiudizi.
Così abbiamo donne decapitate, donne inseguite pure fuori casa e picchiate, uccise perché “disubbidienti”, perché…..donne, quindi perché, secondo “storiche” mentalità, sono esseri inferiori, destinate a subire, solo subire, sempre subire.
I mezzi legali esistono per queste poverette.
Si possono ribellare, alzare la testa ed ottenere, prima che sia troppo tardi, il rispetto dovuto, che è il primo dei diritti: quello di non essere picchiati, di non essere insultati e umiliati.