La libertà personale di pensiero e di critica sta al primo posto, poi abbiamo il rapporto sano con la ricchezza, ovvero ciò che non serve per mantenerci non ci appartiene, ma è dei poveri, quindi deve andare a loro, non come elemosina che genera parassitismo, ma come strumento che favorisce la loro indipendenza economica con il lavoro.
Invece i buonisti non mettono in discussione i loro privilegi personali, spesso frutti di abusi, amicizie particolari e raccomandazioni, ma sono ospitali, nelle case popolari, che a loro non interessano, con la suddivisione dei benefici per i poveri, ovvero meno risorse per i poveri italiani, che magari hanno già dato con le tasse in anni di lavoro.
Sono pure tolleranti con le arroganze contro le donne e i bambini, con l'assolutismo fascista e religioso degli ospiti, che vengono giustificate come riti e tradizioni colturali ed etniche.
Sì, costoro favoriscono il caporalato e lo sfruttamento verso i più poveri e ingrassano direttamente ed indirettamente con il degrado sociale.