Il mercato impone la produzione energia a basso costo, l'ambiente necessità energia pulita senza scorie, pure il paesaggio non vuole essere maltrattato, con enormi strutture.
Forse le difficoltà non sono tecniche, ma politiche: non credo ai complotti internazionali, ma a una chiusura mentale da parte dei politici, alla loro incapacità a elaborare scelte che non superino una legislatura.
Le scelte energetiche si devono programmare in decenni.
Senza catastrofismi, ma neppure superficialità, si dovrebbe iniziare a pretendere mutamenti nelle politiche energetiche: imponendo al primo posto l'interesse globale e non quello dei singoli, soprattutto quello delle grandi compagnie, quello dei paesi produttori di petrolio.
Effetto serra è un dramma annunciato da anni ed ora si stanno notando i primi effetti, ancora timidi e non chiari: c'è chi dice che la scomparsa dell'inverno, che dava tanto fastidio, è una buona cosa, che l'estate torrida dà fastidio.
Questa visione semplicistica delle mutazioni climatiche, che tende a limitare tutto a una questione di pioggia, bel tempo e vantaggi e svantaggi banali, personali, che si misura in tanti bagni al mare, in più o in meno.
I cataclismi preannunciati si stanno avverando, ma in molti sperano che il clima si sistemi da solo senza troppi interventi: in verità, prima o poi tutti i popoli della terra, dovranno rinunciare all'uso dei combustibili fossili, se non si vuole essere travolti dalle scelte umane.