Il futuro è nero?
La sensazione non è buona: siamo verso un declino economico, o quanto meno una crescita affannosa, l’ordine pubblico è vicino al collasso, o così pare dalla sensazione generale, quasi epidermica.
Io sono uno di quei padri che hanno paura: temono per ciò capiterà.
Non è solo una questione economica, anzi è l’ultima delle paure: il degrado sociale e culturale, l’abbassarsi dell’interesse verso il sociale, il perdersi di identità popolari radicatesi nei secoli spaventa molto.
Il popolo italiano ha subito molto, ma si è sempre rialzato: aveva al suo interno degli anticorpi potenti contro tutti gli assalti interni o esterni.
Oggi quella saggezza, quella filosofia elementare, essenziale, pare morta: esistevano tanti borghi e non c’erano periferie degradate.
C’era un senso del gruppo di appartenenza, una lealtà e una difesa di gruppo a tutti i problemi, spesso gravissimi del passato.
Oggi si affoga in un bicchiere d’acqua: gli strumenti e i mezzi economici per superare tutte le crisi attuali ci sono, manca solo il popolo, quello verace e coraggioso, intelligente con i piedi per terra.