Dare
delle norme alla stampa online è possibile?
Cosa
si intende per regolare uno strumento così potente, impalpabile,
dalla diffusione internazionale?
Beppe
Grillo ha già detto che si trasferirà all'estero per rendere in
questo modo vane quelle che lui definisce iniziative per imbavagliare
le opinioni del popolo dei blog.
Se
uno ha appena l'idea di cosa sia Internet capisce che qualsiasi legge
verrebbe facilmente aggirata, superata, ostacolata: basta trovare un
aggancio all'estero per evitare blocchi e limitazioni.
Si
può ben affermare che tutto esce da questo moderno pozzo di San
Patrizio: il bene e il male, la bellezza e le immagini ripugnanti.
E'
giusto che chi insulti, calunnie, minacce possano essere processate?
Sì,
sicuramente: la regolamentazione per questi casi può essere
considerata valida.
Invece
c'è il timore che da questa nuova legge si passi poi a limitare la
libertà di espressione, con qualche celato metodo ricattatorio e
coercitivo, tipico della politica nazionale: secondo fonti
internazionali l'Italia è al 35° posto per quanto riguarda la
libertà di stampa.
Oltre
all'obbligo di iscrizione dei giornali online al Roc (registro
operatori della comunicazione), c'è pure la notizia di aiuti
all'editoria.
Come
finiranno questi soldi e a chi andranno?
Si
spera che qualcosa possa terminare proprio per la stampa online,
quella libera ovviamente.
Io
sono del parere che alla fine questa legge non muterà molto il
panorama di Internet: non ci sarà la chiusura in massa del 99% dei
blog.
Non
conviene a nessuno ostacolare questo mezzo e non è possibile
arrestarne lo sviluppo: neppure le dittature riescono a contenere il
flusso di libertà che ne esce.