Pensare
che Beppe Grillo non è neppure uno adatto a far politica: sa
scherzare e sarebbe stato sempre un buon comico, se non lo avessero
costretto ad entrare in politica, nonostante la sua propensione alla
battuta.
Personalmente
non so se considerarlo un bene o un male, ma certamente la classe
politica che ci governa, con i tecnici del governo Monti in prima
fila, sono anacronistici, fermi agli anni sessanta almeno.
Così i
faccendieri che li circondano, i malavitosi con cui spesso fanno
affari appartengono a un passato da seppellire e Beppe Grillo guida
la folla di chi non né può più di Rai lottizzata, di Berlusconi,
di una Fiat che fa la voce grossa, ricorda il liberalismo, ma si
scorda di 100 anni di finanziamenti particolari e privilegiati.
Grillo
potrà avere un programma bello o brutto, si può essere con lui o
contro di lui per certe scelte, ma è il segnale che la politica dei
partiti che ci costano centinaia di miliardi di euro in sprechi, in
lottizzazioni, in mafie e clientelismi, sta per terminare.
E’ la
globalizzazione che li sta mettendo fuori dalla storia, come i
dinosauri e gli aristocratici francesi alla fine del settecento.