6 ago 2012

News Siria e Iran, il nucleare e la politca dell'Occidente


Iran e la repubblica islamica  ora è in contrasto con la rivolta siriana per il sequestro dei pellegrini sciiti.
C'è un pericolo reale di allargamento del conflitto e non si può permettere a quella dittatura di possedere il nucleare militare.
I pericoli sono troppo evidenti e la conclusione di questa sfida, se sfuggirà alla diplomazia, porterà a conflitti armati di carattere regionale.
Pare un gioco perverso di un paese islamico, pronto al martirio: la cultura della morte che prevale su quella della vita.
In questa partita c'è chi ha fornito e sta fornendo la tecnologia per trasformare l'Iran un pericolo mondiale.
Il motivo economico, il puro guadagno, stanno alla base di questa brutta faccenda, ma nessuno è così stupido da vendere la sua sicurezza e mettere a rischio la propria vita: chi ha ceduto questa tecnologia, mafia, Stato, Dittatura che sia, sa bene che la comunità internazionale non lascerà mai, al paese islamico, la disponibilità delle armi nucleari.
Finirà male? Avremo un intervento armato diretto dell'Occidente?
Se capiterà si apriranno nuove fratture, nuovi odi che favoriranno situazioni di crisi con conseguenze nefaste: si rischia di perseguire una politica senza sani sbocchi diplomatici, senza guerre devastanti.
Il ruolo della cultura è fondamentale, non solo il dialogo religioso conta, ma soprattutto quello interculturale: l'importante è conoscersi per non odiarsi.
Tutto ciò non basta. non si può rinunciare alla propria identità per la pace, si avrebbe solo la resa e il nemico ci annienterebbe ugualmente.