18 ago 2012

Violena e bullismo, vecchio e nuovo in Italia



Il bullismo è una realtà vecchia quanto il mondo: ci sono sempre state situazioni dove alcuni ragazzi erano prepotenti, tormentavano altri coetanei per sentirsi forti.
Spesso si formavano branchi dove era il gruppo a "farsi valere" su individui isolati.
Le ragazze erano lontano da tutto questo, perché l'educazione diversa lo imponeva, perché erano separate dai maschi: quelle forme di violenza e di teppismo erano considerati comportamenti da maschiacci.
Ora, che molti valori, positivi e negativi, sono caduti, il bullismo ha preso forme insolite: un tempo erano tipici degli emarginati, dei diseredati, quasi sempre.
I figli di buona famiglia non si mischiavano con certa "teppaglia", soprattutto non avevano atteggiamenti e comportamenti violenti, tipici dei ceti popolari, che guardavano dall'alto in basso.
Ora sono proprio i ragazzini iper viziati, coccolati, giustificati da
sociologismi e comode teorie psicologiche, che alzano le mani, sono prepotenti, vandalici, spesso demenziali nel loro ribellarsi contro tutto e tutti.
Il dramma sta proprio nell'atteggiamento di molti genitori, che giustificano, scusano, contro ogni buon senso, gli abusi dei loro monelli, un po' troppo esuberanti.
Il mondo non è dei forti, di chi se lo sa prendere?
Loro applicano semplicemente questa legge alla lettera, infischiandosene delle buone maniere.
Forse sarebbe giusto "punire" molti educatori moderni e spegnere qualche volta quella scatola vuota che si chiama televisione: è lei che spesso educa i nostri super vitaminizzati marmocchi.