I pacifisti si sentono dei buoni, talvolta dei santi, per le loro parole…buone spese, sputate per la pace, con colombe e sguardi al cielo, ma la pace è una cosa seria e non una buffonata folcloristica.
Servono analisi sociali e politiche che rispettino le differenze culturali, quando popoli che non si capiscono si incontrano alla fine si scontrano, provocando guai gravi e drammatici: l’esempio peggiore è questa immigrazione, utilissima per i padroni negrieri, ma che genera conflitti sociali ed emarginazione.
Lavorare per la pace sta nel contrasto, anzi, nelle espulsioni morbide di troppi no integrabili, per evitare che poi certe cose le facciano altri, con epurazioni, pulizie etniche e anche massacri storici, celati o non celati, in avvenire.
Per questo motivo la verità e le politiche di chiusura sull’immigrazione sono politiche per la pace e il contrario serve solo a favorire orrori storici.