Io appartengo a quella generazione che era convinta di avere le idee chiare: credeva di sapere quello che voleva, immaginava un futuro splendido, senza problemi umani e psicologici.
Tutto sarebbe stato facile, limpido, logico ed efficiente.
Le macroscopiche ingiustizie sarebbero rimaste sui libri di storia: chiunque, se lo avesse voluto, avrebbe ottenuto, con un po’ di impegno, ciò che ambiva.
Non ci sarebbero stati più privilegi, soprusi, abusi.
Abbiamo certamente pagato per questo “peccato di presunzione”: qualcuno si è adattato prontamente alla realtà e ha scalato qualche vetta professionale, in tanti siamo rimasti al piano terra, per colpa della nostra ingenuità e onestà.
Di una cosa però eravamo certi: sapevamo esattamente cosa significava essere di sinistra o di destra: la destra difendeva l’ordine, lo sviluppo economico, la tradizione, la sinistra i diritti dei lavoratori, delle donne, era accanto alle lotte per il progresso.
Oggi tutto ciò non è chiaro: si diceva che ogni cosa aveva una sua collocazione.
Gli abiti, le auto, la minestra e il minestrone erano schierati: un modello, uno stile, un gusto era di sinistra o di destra a secondo dei casi.
La difesa dell’emancipazione delle donne era tipico di quale schieramento?
Di quello di sinistra, sicuramente.
Delle mussulmane chi si preoccupa oggi?
Sorpresa! E' la destra che ne difende i diritti elementari.
E’ Proprio vero: non ci sono più certezze.