L’elemento cristiano è una componente fondamentale della cultura europea: questo è un fatto riconosciuto da tutti, anche se poco preso in considerazione.
Il Cristianesimo fu il collante principale che permise di creare quella dimensione culturale e geografica che è l’Europa.
Esiste una componente orientale ed Ortodossa e una componente
Occidentale, Cattolica e Riformata, ma tutte le zone di influenza, che in passato hanno visto conflitti sanguinosi, si sono ben amalgamate e quasi totalmente rappacificate, mantenendo le proprie peculiarità.
Ora pare che il collante Cristianesimo stia perdendo la sua forza originale: la secolarizzazione, l’indifferenza, il sincretismo, il laicismo estremo, il settarismo fanatico stanno uccidendo l’anima cristiana.
Il Cristianesimo può vivere senza Europa e senza la sua cultura?
Sicuramente! Già altri popoli proprio nei secoli di maggior crisi per la bianca Europa, si sono avvicinati a Cristo: si prospetta un futuro “felice”
per le chiese americane, africane e anche quelle asiatiche.
Il problema è un altro.
L’Europa senza Cristianesimo potrà esistere?
Forse come espressione geografica, ma non come una terra libera, coraggiosa, né con un forte senso dell’uguaglianza e della razionalità, né con lo spirito critico della scienza.
Sì, il messaggio di Cristo, con la sua croce, follia per le genti e scandalo per i Giudei, ha in sé la forza del dubbio che muove le montagne, indirizza la storia e illumina i popoli.
Con cosa? Con la forza del dono gratuito dato a tutti, della generosità
come energia creatrice dell’Universo.