Voglio
tornare sulla questione dello scontro tra laici e mondo religioso,
cattolico e non: siamo in piena lotta tra i valori di un mondo che ha
alle spalle duemila anni di storia e un relativismo sociale, umano,
oggi trionfante.
Oggi
pare che tutto sia uguale: esistono atteggiamenti e facilonerie per
affrontare l'esistenza.
E'
un modo di vivere molto triste, senza speranze, ma soprattutto
confuso e stordito dal rumore di tutti i giorni.
Non
si ha mai il tempo di fermarsi, di pensare a quello che stiamo
facendo.
Abbiamo
farmaci contro la paura, contro l'ansia e l'angoscia, ma non sappiamo
capire cosa stia dietro alle nostre paure.
Si
rischia di vivere e morire senza capire chi siamo e dove andiamo: non
ci si pone il perché siamo al mondo, fa troppo paura.
Forse
il relativismo trionfante non si adatta con la razionalità critica
del pensiero Occidentale, ma certamente si calza bene con il
consumismo e il bisogno di convivenza tra culture diverse, che si
incontrano e si cozzano su Internet.
Il
bisogno di rapporti, mordi e fuggi, senza radici né avvenire, si
incastra con la necessità di mobilità, sociale ed economica di
oggi: pare tutto precario, come certe scenografie, pronte ad essere
smontate.
La
religione cristiana invece ha duemila anni di storia e la mente
nell'eternità: sono due realtà molto diverse e sicuramente non si
capiscono.