Chi governa perde simpatia?
Pare proprio che sia popolare chi sta all'opposizione e non chi ci governa:
è una situazione tipica di molti Stati democratici, ma in Italia il malcontento
e l'ostilità contro il potere costituito è ben sviluppato.
In altre nazioni chi detiene il potere resta sempre un interlocutore tra Dio e
l'uomo: "il potere viene sempre da Dio", qualunque esso sia, secondo la cultura luterana, diffusa nei Paesi germanici.
Nell'area di influenza latina e cattolica invece chi impugna il bastone del comando deve dimostrarsi leale, onesto, servire il popolo, fatto che non avviene quasi mai: solo un Santo potrebbe farlo ed è risaputo, i Santi non si danno alla politica.
Resta invece chi vuole comandare per scopi "personali": hanno i difetti dei miseri peccatori come tutti gli umani, sono avidi, bugiardi, anche disonesti.
Tutti difetti che li rendono criticabili, ma forse, per molti, anche simpatici.
Se un ministro non mantiene le promesse elettorali, se "aiuta" la famiglia, i figli con metodi poco legali, non è la fine del mondo: pure loro tengono famiglia.
I nostri governanti sono disprezzati, denigrati, ma, tranne quando combinano qualcosa di molto grosso, li si perdona sempre: a nessuno interessa se hanno un'amante, se spiano gli avversari, se si contraddicono e si arrampicano sui vetri per negare ciò che hanno appena affermato.
Nessuno ne chiederà le dimissioni, come capita in molti Paesi, all'estero.