17 ago 2012

Vangeli, religione e mille, ma non più mille.



Grande è la confusione sotto il cielo, dicono i cinesi.
E' interessante scoprire che nel Paese da dove sono partiti tantissimi missionari per convertire interi continenti, dove c'è la sede del papato, capo riconosciuto della metà dei cristiani, non si conoscono i Vangeli.
Intendo i quattro testi canonici, perché quelli apocrifi, in versioni rivedute e corrette, si ritrovano pure tra le letture degli italiani, tanto sono brevi e si leggono in cinque minuti.
Non solo nei bar, ma pure tra la gente che si professa praticante e in qualche caso anche tra i preti, si scopre che i testi evangelici o sono stati letti a pezzettini o sono sconosciuti.
Non parliamo poi dell'Antico Testamento, la parte della Bibbia precedente alla venuta di Gesù, è addirittura qualcosa di misterioso: ogni tanto qualche imbecille fa delle affermazioni assurde, risibili.
Si cerca la mela di Eva nella Genesi, ma purtroppo non c'è, non c'è mai stata, eppure quante disquisizioni ci sono state su quel pomo, rosso o verde, con tante interpretazioni etiche, psicologiche, sociologiche.
"Il mille, ma non più mille" nell'Apocalisse, l'ultimo libro del Nuovo Testamento, non esiste proprio.
Quanti dibattiti si sono fatti su questa misteriosa frase e i suoi significati arcani, peccato che i saggi e i sapienti trattavano solo "aria fritta".