La libertà di espressione e di cronaca è attaccata?
Quali sono i limiti del diritto di cronaca?
Chi può porre questi limiti, quale organo dello Stato?
E' un fatto assodato che ai politici, ai potenti la libertà di espressione, di divulgazione di fatti e di idee non è mai piaciuta.
Per questo motivo si sono sempre circondati di imbecilli terrificanti per censurare le idee "nocive" allo Stato, alla religione, alla dignità del sovrano, del tiranno di turno.
La democrazia, geniale"invenzione" degli ateniesi, ha molte virtù: favorisce da sempre la pace, il progresso tecnico ed economico, la convivenza tra le classi sociali, ma è un giocattolo molto fragile.
Deve essere protetta, curata, ritoccata tal volta.
Gli eccessi fanno molto male alla democrazia e spesso ne provocano la morte: allora ci sono dei valenti uomini politici che, "senza interesse", si prodigano a limitare gli abusi, "censurando" chi fa un uso sbagliato della libertà.
Escludiamo chi commette autentici reati, come istigazione a delinquere, diffusione di materiale pedo-pornografico e altre schifezze simili.
Escludiamo pure chi diffama, chi inventa fatti per turbare l'ordine pubblico ( in questo caso iniziano i dubbi), con notizie false e tendenziose (chi decide che lo siano?).
Tutto ciò che rimane, in rispetto della legge sulla privacy, dovrebbe circolare liberamente.
E' proprio così?
Si sa che, quando non si può attaccare un'idea, si accusa chi la esprime: la scemenza proprio in questa situazione raggiunge il suo apice.
Il pensiero vola e va oltre il suo autore, ciò che importa è quello che si dice, se è intelligente, se è utile, interessante, chi lo genera non conta, può restare anonimo.