Secondo Marx la religione è l'oppio dei popoli: è il nemico di una leale e onesta vita terrena, senza ingiustizie.
Non ritenendo veritiera tale affermazione: la vita religiosa va oltre la dimensione terrena, ma cerca di dare risposte alle domande esistenziali.
Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?
Sicuramente cercare una risposta è compito della sfera spirituale: ogni cultura ha dato le sue verità.
Prima c'erano solo le religioni naturali, senza un fondatore, poi nacquero le religioni rivelate: la Buddista, l' Ebraica, la Cristiana, l'Islamica.
Una questione così importante, come la faccenda dell'inizio e della fine della vita, non poteva sicuramente essere lasciata in balia dei singoli: così ci furono le religioni organizzate, con gerarchie e centri di potere, che poi finirono per inglobare interessi materiali, di casta, con privilegi.
La fragilità fa parte della natura umana, ma certamente ci sono fedi e fedi: qualcuna è proprio molto umana, legata ad interessi contingenti, altre sono solo contaminate con le cose del mondo.
Le religioni che opprimono i popoli sono veramente degli oppiacei, altre invece liberano dalla schiavitù, anzi dalle schiavitù.
Ciò che è umano cadrà, ciò che è divino vivrà in eterno.
Quale è la religione vera?
E' una sola, nessuna, o sono tutte come vogliono le nuove mode sincretiste.
Io oso dire che il vento divino lo possiede solo chi ha al suo interno parole che non possono cadere come foglie secche: "Tutto passa, ma le mie parole non passeranno mai."