Il sistema pensionistico non funziona: non ci sono più giovani lavoratori che possono pagare le pensioni dei sempre più numerosi anziani, sempre più longevi.
Il metodo della solidarietà tra generazioni è sempre più improponibile: è assurdo proseguire come all'inizio del Novecento, in un epoca di alte rendite finanziare, dove la redditività è altissima per alcune produzioni, per i servizi, per i commerci.
Non si capisce perché la fatica del mantenimento di tutta la spesa pensionistica debba cadere sulle spalle dei lavoratori: sarebbe giusto differenziare, come si fa già all'estero, le pensioni con fondi sicuri.
Non si dovrebbe rischiare il denaro raccolto per mantenerci da anziani, ma differenziando l’investimenti si può dare una certa sicurezza.
Il problema è se saranno persona affidabili chi gestirà tutti questi soldi:
fanno gola a molti e qualcuno si potrebbe “dilettare” nell’arrischiarsi in investimenti pericolosi, per propri fini, oppure nell'utilizzare questi risparmi, come sono di fatto, per coprire buchi di finanzieri amici.
Il controllo sui fondi pensione deve essere tale da non lasciare dubbi di sorta: dovrebbe essere nazionale e internazionale, incrociato e gli esiti dovrebbero essere resi pubblici.
Si dovrebbero avere garanzie tali da far dormire tranquilli: nulla è sicuro, ma solo un malaugurato crollo generale dell’economia potrebbe risultare deleterio per questi investimenti.
In caso di un disastro economico non resisterebbe neppure le pensioni alla vecchia maniera, che saranno sempre più misere anche con le buone prospettive di sviluppo.