Il Novecento è stato il secolo che ha applicato le utopie teorizzate nell'Ottocento: il nazionalismo, il socialismo hanno trovato i loro sviluppi più azzardati, estremi, con il Nazismo e il comunismo.
Non solo le guerre, le distruzioni, i genocidi hanno lasciato il loro segno, ma pure la risposta successiva è stata altrettanto disastrosa: il disimpegno, il cinismo, l'indifferenza hanno preso piede sempre più.
Ora, dalle disastrose ideologie, che pretendevano di aver la chiave della vita umana si è passati ad atteggiamenti di chi non crede più in nulla, non spera più.
La decadenza dell'Occidente, ma non credo che sia la fine del pensiero razionale, è certamente legata a questa mancanza di "gioventù", di speranza, di fiducia.
L'unico valore che sta prendendo piede è quello dell'arricchimento veloce, senza scrupoli: in realtà il denaro è sempre più saldamente in mano alle solite stirpi familiari, che se lo tramandano di padre in figlio.
In Italia il liberismo non ha mai effettivamente preso piede: c'è l'illusione di una ricchezza, che spesso è esibizione allo stato puro.
Ciò che conta è apparire.
Il resto non ha più valore: la solidarietà, l'amicizia, pure l'onestà sono considerati ideali fuori moda.
Prevedere un futuro senza futuro, con queste premesse, è sin troppo facile.