Le
croci della discordia ovvero il "rispetto degli altri"
caratterizzò lo scontro tra la cultura laica da una
parte e la tradizione della fede dei padri dall'altra, qualche tempo
fa.
Appunto
su questo argomento voglio tornare dopo alcune risposte, oso dire
confuse, censorie, dal dubbio buon senso di qualcuno che ha
minacciato tutti: stampa, libertà di opinione e intelligenza.
La
libertà è una strana parola: se uno protesta per i diritti
elementari della persona può essere minacciato.
I
più cretini si limitano a poche battute insulse, i più vigliacchi
ad agire nell'ombra.
Chiedere
il rispetto, anche per motivi storici e culturali, delle croci, delle
festività cristiane significa muoversi contro corrente: ci sono
atteggiamenti che si possono definire stalinisti, fascisti, nazisti,
mal celati da etichette "democratiche".
La
libertà di esprimere le proprie idee, la propria fede, qualsiasi
essa sia è un diritto che nessuno si può permettere di limitare:
guai a chi criminalizza le opinioni, i sentimenti religiosi,
qualsiasi esso sia, ridicolizzando, togliendo, cancellando la base
stessa del pensiero cristiano.
E'
divertente constatare che in pochi, quasi nessuno in pratica, di
questi laici un po' ignoranti, si è letto i quattro vangeli, almeno
una volta: per quanto riguarda la Bibbia poi è meglio non parlarne,
stendiamo un velo pietoso.
In
pratica gettano con le croci duemila anni di storia e di cultura.
Un
consiglio che posso dare è: "Gettatevi pure voi!"
Forse
sarete riciclati.